MASUZZO a TN: "Il tifo a Nocera era meraviglioso. Chinaglia? Persona dal cuore immenso"

La redazione ha contattato in esclusiva l'ex ala della Nocerina Domenico Masuzzo. In terra molossa ha giocato per una sola stagione (1976-77), collezionando 18 partite. La squadra di quell'anno, composta da grandi calciatori come Chiancone, Bozzi, Sorrentino, Delli Santi e allenata da Sartin che poi fu sostituito alla penultima giornata dal duo Corni-Fasolino riuscì a salvarsi solamente nelle ultime giornate.
Di cosa si sta occupando adesso Domenico Masuzzo?
“Adesso faccio il nonno (sorride n.d.r). Sono uscito definitivamente dal mondo del calcio”.
Un episodio che ricorda con più piacere della sua avventura con la maglia rossonera?
“Ho tanti ricordi. Andai a Nocera per cercare di giocare con continuità e far bene. Quando mi dissero che c'era questa possibilità accettai senza pensarci su due volte. In questa città ho conosciuto molte persone cordiali e stupende. Episodi specifici non ne ho, ricordo molto bene quando c'è stato un momento che ho dovuto dimostrare ancora una volta il mio valore visto che non giocavo nel mio ruolo naturale”.
Un suo ricordo invece del tifo nocerino?
“Il tifo era meraviglioso. Io venivo da un tifo abbastanza caldo come quello della Lazio, ma Nocera ti dava una carica e quella spinta in più perché sapevamo i sacrifici che faceva la gente per venire allo stadio. Loro ti mettevano in condizione di dare sempre il massimo perché volevano essere accontentati degli sforzi fatti ed era una cosa decisamente bella. All’epoca ci trovammo a dover lottare per non retrocedere e quindi eravamo molto concentrati a far bene e non deludere le aspettative dei tifosi”.
Anche in trasferta il tifo era caloroso?
“Si ci seguivano anche fuori casa. Certo non si spostavano in massa però c’era sempre quel gruppo che non mancava mai”.
Una battuta invece sul suo allenatore?
“Ringrazio il mister Santin e gli devo delle scuse. Per un semplice fatto che io ero riuscito a far capire all’allenatore che era meglio se giocassi nel mio ruolo. Lui mi aveva capito e mi aveva rimesso nel mio ruolo fino a quando ha potuto farlo. Sono stato contento allora di avergli fatto capire tutto il mio valore”.
Ricorda un derby in particolare?
“Contro la Paganese ricordo che la gara era sempre molto sentita. C’era attrito fra le due tifoserie e dunque non era una partita come tutte le altre perché ci si giocava la supremazia cittadina, così come in tutti i derby”.
Tornando alla Lazio. Sono oramai 3 anni che Giorgio Chinaglia ci ha lasciato. Un suo breve ricordo sul Chinaglia uomo?
“Ho avuto la fortuna di conoscerlo da ragazzino visto che sono arrivato alla Lazio a 17 anni. Ho sempre avuto un buon feeling con questo ragazzone che era una persona dal cuore immenso. Riusciva a trasmettere, anzi pretendeva dagli altri il massimo impegno durante le gare. Per lui non esisteva perdere anche se ovviamente questo era impossibile. Però era di un animo gentile e superiore agli altri. Se stava bene lui, stavano bene tutti”.
Si sta sentendo con qualche ex calciatore ai tempi rossoneri?
“Con i miei compagni a Nocera no. Solo con Bozzi sono riuscito a mantenere un certo tipo di contatto anche grazie a facebook. Oramai ognuno è andato per la propria strada, anzi magari qualcuno sarà anche passato a miglior vita e non lo so(sorride n.d.r.)”.