PELOSIN A TN: "Mi auguro che qualcuno si metta la mano sulla coscienza e aiuti la squadra"
Mauro Pelosin era ancora giovane quando vestì la maglia rossonera della Nocerina alla fine degli anni Settanta. Faceva il portiere, ed è soprattutto uno dei reduci della penultima promozione in B della società molossa, quindi i suoi ricordi sono importantissimi. Friulano, classe 1957, intervenuto in esclusiva a Tuttonocerina.com ci ha spiegato che attualmente risiede a Pieris e non ha più incarichi nel calcio. Tuttavia ha continuato a seguire la Nocerina e (nonostante le nubi sul futuro della società) si augura che la gente di fede rossonera non abbandoni la squadra in questo momento.
“Della Nocerina e di Nocera conservo un ricordo molto bello – ricorda Pelosin – Avevo vent’anni, e la prima annata fu eccellente con un allenatore come Giorgi, che si dimostrò un grande tecnico. Era un padre per noi. Poi c’è stato Balestri e c’è stato Mazzia. Comunque la prima stagione fu bellissima perché eravamo partiti per salvarci: alla fine di quella stagione ci sarebbe stata la riforma dei campionati e si sarebbe dovuti arrivare almeno al dodicesimo posto, invece oscillammo nelle prime tre posizioni fino a giocarci lo spareggio a Catanzaro contro il Catania”.
Un ricordo particolare di quegli anni?
“Dopo la vittoria dello spareggio a Catanzaro, tornammo con grande calma a Nocera, credo intorno alle 4-5 del mattino, e trovammo molti tifosi che ci aspettarono. Questo mi colpì moltissimo. In città c’erano i nostri nomi scritti dappertutto”.
Poi però nell’anno della Serie B cosa successe?
“Fu un anno difficile, perché chiaramente la squadra non fu tanto rinforzata rispetto all’anno prima. Tentammo in tutti i modi di salvare la categoria, ma chiaramente le altre squadre erano molto più attrezzate di noi”.
Fu quasi come la stagione 2011-2012, quindi. Nocerina promossa in B e poi retrocessa. Non so se ha continuato a seguire la squadra…
“Sì, seguo ancora con interesse le vicende della Nocerina. Tre anni sono importanti: mi sono formato a livello caratteriale proprio a Nocera, perché il girone Sud è di quelli tosti. Qualche anno dopo l’esperienza a Nocera andai nel girone A e anche lì dimostrai le mie qualità, quindi l’esperienza nocerina è stata molto formativa”.
Ha avuto modo di riallacciare contatti con gli ex compagni di squadra?
“Qualche volta ci sentiamo, ma non tantissimo in verità. A Nocera è stato bellissimo quando abbiamo fatto una partita di beneficenza: era come se fossimo andati via il giorno prima, tanta era la passione e l’animo che avevano i nocerini verso noi calciatori”.
E la Nocerina non è riuscita a ritornare in B dopo aver perso lo spareggio con il Latina. C’è anche incertezza sul futuro, persino l’eventualità di non iscriversi alla Prima Divisione.
“Ah, questo non sapevo di questo rischio. Mi dispiace per la mancata promozione in B, anche perché magari ci sarebbe stata una festa come quella di alcuni anni fa. Poi per quello che sta succedendo adesso non lo sapevo, ed è un peccato, perché il tifoso nocerino non lo merita assolutamente. La platea non merita categorie così basse e difficoltà societarie. Mi auguro che qualcuno si metta la mano sulla coscienza e aiuti la squadra”.
Invece che ricordi ha del presidente Orsini?
“Ero molto giovane, e il primo anno che ero lì l’avevo visto come una persona burbera, invece Orsini era un personaggio eccezionale, che capiva tantissimo. Ero anche militare quell’anno, ogni settimana giravo a destra e a sinistra, e lui mi venne incontro e mi aiutò tantissimo”.
Adesso cosa fa? È ancora nel calcio?
“No, non sono più nel calcio. Sono rimasto a Pieris, dove sono nato. Ho fatto un po’ l’allenatore in Seconda Categoria, ma oggi faccio il promotore finanziario”.
Che ricordo ha dei derby campani?
“Ricordo il primo derby che feci, con la Paganese, perché era la prima partita di Coppa, giocammo a Nocera, e ricordo che alcuni paganesi invasero il campo. Io venivo dal Nord, e già sentirmi dire ‘stupido’ ad esempio non me lo sarei mai immaginato: non ero abituato al clima di questi derby. Poi è finita lì, anche perché Pigozzi, che era capitano, e Chiancone, mi dissero che non mi dovevo preoccupare e che quei tifosi sarebbero rientrati sugli spalti”.
Dopo aver giocato con continuità in C, una volta promosso in B giocò di meno. Perché?
“Ebbi un infortunio in Coppa Italia, a Monza, successe che con un’entrata Silva mi ruppe una scapola, quindi alcune partite di campionato non potei giocarle: dovetti restare venti giorni fuori”.
Un’ultima domanda: il messaggio che lei vuole lanciare al tifoso nocerino per tranquillizzarlo in questo momento particolare?
“Ai nocerini dico di continuare a sostenere la squadra come ha fatto sempre. Ho visto su Youtube i video della curva della Nocerina, e sono rimasto colpito ad esempio dal tifo contro il Viareggio. Sarebbe un tifo almeno da Serie B. Se però dovesse succedere la mancata iscrizione, dico alla tifoseria di restare vicina alla squadra perché i colori rossoneri non possono chiaramente finire là”.
Di seguito alcune foto storiche che ritraggono Mauro Pelosin con la maglia della Nocerina nel campionato 1977/1978:
1977/1978 Nocerina-Salernitana (1)
1977/1978 Nocerina-Salernitana (2)
1977/1978 Nocerina-Salernitana (3)
1977/1978 Nocerina-Paganese
1977/1978 Nocerina-Matera